Fontana si è preso il Latina e i segnali fanno ben sperare per il futuro

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
02.04.2024 18:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Fontana si è preso il Latina e i segnali fanno ben sperare per il futuro

Sabato sera ero contento quando sono uscito  dal Francioni e come me quei quasi duemila tifosi accorsi a sostenere la squadra in un momento decisivo del campionato.  Non so se sia stata la più bella, d’altronde la bellezza è un concetto non assoluto ma personale, ma di certo quella contro il Foggia (3-0) è stata la più convincente prestazione interna del Latina. Convincente nel gioco, nel risultato e anche nella sua importanza. È la prima volta che il Latina arrivato ad uno snodo importante della stagione, coglie l’opportunità che nel caso specifico lo ha portato al consolidamento della posizione play-off con vista su posizioni di ancora maggiore spessore.

È sempre più il Latina di Fontana che nelle dichiarazioni non rinuncia a filosofeggiare ma che in campo rende sempre più efficace la sua idea di calcio.  Nonostante in conferenza stampa abbia rifiutato l’etichetta di “visionario” (che gli attribuisco in senso positivo), continuo a pensare che il tecnico del Latina nel suo progetto tattico abbia avuto delle visioni che lo hanno dapprima portato a rischiare per poi rivelarsi oggi sempre più concrete.

Penso soprattutto alla posizione di Riccardi, un trequartista che Fontana ha trasformato in un centrocampista più simile ad un mediano che non ad un centrale, capace contro il Foggia di intercettare qualche decina di palloni, ridistribuiti rapidamente a intessere la manovra offensiva.

Di più, si guardi alla dinamica del primo gol contro i pugliesi: Cortinovis, che da sinistra (lui che sabato era il braccetto di destra) ha rimesso al centro la palla per il velo di Vona (braccetto di mancina) e la successiva correzione vincente sottomisura di Marino. L’azione è sì nata da un calcio da un calcio d’angolo, circostanza che di solito porta le torri difensive a salire, ma che in area ci fosse l’intera difesa è segno che la squadra ha fatto sue le certezze e la sicurezza dell’allenatore. Se non ci sono timori a sguarnire completamente il reparto arretrato è perché il gruppo sa come scalare e coprire gli spazi momentaneamente non custoditi.

Il rafforzamento delle idee è proporzionale alla crescita di singoli. Crecco pur risultando ancora discontinuo nella fase di proposizione, assicura una sempre maggiore copertura al pari di Ercolano che a differenza del compagno, sabato ha trovato pure ispirazione nel proporre le linee offensive, tanto da risultare a mio avviso il migliore del confronto.

È un Latina mutevole e per certi versi sorprendente. Quando Fontana si mette a 5 in mediana, come ha fatto nella seconda parte della ripresa, ci si aspetterebbe che siano Riccardi o al più Di Livio a dare supporto alla coppia d’attacco, invece il più delle volte il compito di sostegno è affidato a Mazzocco. È lui che nel finale del confronto con il Foggia ha fallito una colossale occasione, ma è stato ancora Mazzocco a procurarsi il rigore poi trasformato da Fella. Lo stesso è successo a Picerno, dove il numero 6 nerazzurro almeno in due occasioni si è presentato pericolosamente in area lucana, mentre a Crotone è andato addirittura in gol.

Segnali di crescita che fanno ben sperare per il finale di stagione.