Avellino-Latina, le pagelle: il commiato nerazzurro merita solo applausi

18.05.2017 23:09 di  Marco Ferri   vedi letture
Avellino-Latina, le pagelle: il commiato nerazzurro merita solo applausi
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© foto di Federico Gaetano

GRANDI 7: Un cognome che qualifica gli interventi compiuti. Si butta con un coraggio da far invidia sui tanti cross scaraventati in area dall'Avellino e anche tra i pali denota una sicurezza inscalfibile. A meno che non gli tirino da zero metri, come fanno nel finale prima Ardemagni e poi Castaldo.

BRUSCAGIN 6,5: Ha l'onore di indossare l'ultima fascia di capitano dell'avventura in Serie B e la nobilita con una prestazione gagliarda. Tiene botta come può nel gioco aereo e fa a sportellate con i granatieri avversari.

GARCIA TENA 6: Proposto come perno centrale dell'inedito terzetto difensivo, patisce la strapotere fisico della contraerea irpina alla quale concede, inevitabilmente, qualcosa sugli innumerevoli palloni buttati in mezzo. Perde fatalmente il contatto con Ardemagni nell'azione del pareggio, ma prima e dopo è impeccabile.

MACIUCCA 6,5: Castaldo individua in lui l'anello debole della catena arretrata, ma il più giovane del lotto gli dimostra presto di non aver intenzione alcuna di farsi bullizzare. Risponde colpo su colpo a provocazioni e colpi ricevuti palesando una personalità fuori dal comune, ma ha sul groppone la chiusura tardiva in occasione del gol vittoria di Castaldo.

ROLANDO 6,5: A tratti disarmante per la capacità con cui si invola sulla corsia destra, ha meno possibilità di sprigionare la sua falcata nella ripresa, quando Novellino piazza dalla sua parte Verde e lo costringe (anche) a difendere. DAL 38' S.T. COLARIETI S.V.: Prima convocazione e prima manciata di minuti tra i professionisti per l'ex Lazio. Non ha modo di farsi vedere, se non per un recupero su Camarà che lo abbatte senza che Saia gli fischi fallo.

DE VITIS 6: Giostra con buon ritmo e qualità per un tempo. Al suo calo corrisponde, come da copione, quello dell'intera squadra. Nel finale gli mancano le forze per far filtro e ribaltare l'azione.

BANDINELLI 6,5: Dominatore assoluto della scena nella prima mezzora, quando sforna assist e arriva sovente alla conclusione, si smarrisce totalmente nella ripresa.

DI MATTEO 7: Aiuta Maciucca in fase difensiva, si batte come un leone e salta con irrisoria semplicità il dirimpettaio di turno. Il dubbio è lecito: chi ha indossato la sua maglia in buona parte delle precedenti 26 apparizioni stagionali?

INSIGNE 7: Troppo tardi per entrare nelle grazie dei tifosi nerazzurri, prova allora ad inimicarsi i suoi vecchi sostenitori. Segna il primo gol, al culmine della migliore prestazione, nello stadio che lo ha visto protagonista un anno fa. È una consolazione magrissima per una stagione nata male (0 presenze ufficiali a Napoli fino a gennaio) e finita peggio. DALL'11' S.T. NEGRO 6: Entra nel momento più difficile della gara e prova almeno a metterci il fisico, che di certo non gli manca.

DI NARDO 6,5: Il primo assaggio tra i professionisti ne ha senza dubbio accresciuto la malizia. Dopo il rigore conquistato con scaltrezza col Perugia, ne dà conferma duellando ad armi pari col mestierante Jidayi e lasciandosi apprezzare per qualche recupero. Per i gol tra i "grandi" ci sarà tempo. DAL 23' S.T. MEGELAITIS 6: Esordio anche per il giovane lituano, che si presenta imbucando un pallone geniale per Negro che solo una segnalazione del secondo assistente gli svilisce. Davanti agli assalti all'arma bianca dell'Avellino non ha né il fisico né l'esperienza per porre contromisure adeguate.

PINATO 7: Per capacità di ricavarsi una posizione sempre redditizia, qualità nell'assist "alla Dani Alves" che sforna in direzione di Insigne e modo in cui ha recuperato da un infortunio gravissimo, meriterebbe il massimo dei voti. Troppo spesso, però, gli manca l'acuto in zona gol, dove arriva con una scioltezza spaventosa. Per l'estate si consiglia un ripasso della materia "freddezza": non può che giovare al suo futuro.

SQUADRA 7,5: Fa il miglior regalo a sè stessa onorando fino alla fine una categoria che ha perso non (solo) per demeriti propri, alla faccia di una società che ha ballato per anni sui confini della legalità. Anche al Partenio, dove si presenta con otto assenze, insegna calcio fin quando il fiato le è amico. Nel finale, con un'età media da Primavera, si arrende alla furia cieca dei rivali.