Latina, la politica dei piccoli passi e quei risultati che ancora non arrivano

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
29.04.2024 13:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Latina, la politica dei piccoli passi e quei risultati che ancora non arrivano

La stagione regolare è giunta al capolinea e paradossalmente il Latina pur ottenendo due punti in più rispetto allo scorso campionato, 51 contro 49, peggiora la propria classifica di due posizioni, scendendo dall’ottavo al decimo posto. I nerazzurri sono comunque dentro i play-off e il traguardo è stato accolto con soddisfazione dalla società.  

È però una soddisfazione di facciata, perché il club è ben consapevole di avere mancato l’obiettivo che si era prefisso a inizio stagione: migliorare il piazzamento del campionato precedente. Un obiettivo confermato prima da Di Donato e poi ribadito dal suo successore Fontana. Si può ancora rimediare, se il Latina riuscisse ad approdare almeno al secondo turno dei play-off si sarebbe comunque migliorato rispetto all’anno precedente, quando il Monopoli lo escluse immediatamente dal tabellone degli spareggi.  

È in gioco la credibilità del progetto di crescita del club e con esso della squadra. La politica dei piccoli passi fatta anche di interventi sull’organizzazione del club, sulla sua credibilità sui vari tavoli nazionali deve trovare un parziale riscontro sul piano nei risultati del campo altrimenti non è plausibile agli occhi del tifoso.

Come ho già avuto modo di evidenziare, i piccoli passi possono anche essere accettati sempre che siano compiuti in avanti e non all’indietro come è avvenuto in questa stagione. E quanto la società ritenga Fontana responsabile del mancato raggiungimento dell’obiettivo di inizio torneo lo scopriremo soltanto nel momento in cui il presidente Terracciano dovrà decidere in merito al rinnovo o meno del trainer calabrese.

Fontana ha preso il Latina in  tredicesima posizione e lo ha condotto ai play-off, la sua media punti è stata di 1.4 contro l’1.3 di Di Donato, ma le quattro sconfitte consecutive con cui si è chiusa la stagione hanno sollevato qualche interrogativo in merito alla sua conduzione tecnica, pur considerando le condizioni d’emergenza in cui s’è trovato a lavorare.

La sconfitta interna con il Taranto, l’ultima della serie, non fa certo eccezione. I nerazzurri sono venuti meno sul piano della motivazione, in particolare nel primo tempo, e per lunghi tratti sono apparsi confusi. Troppi giocatori costretti a ruoli non loro per pensare che la manovra non ne risentisse. Le assenze hanno giocato un ruolo decisivo, anche se Fontana non è del tutto nel vero quando nel dopo partita ha affermato  di non avere avuto ricambi in panchina. Margini, seppure ridotti, per le proprie scelte tecniche Fontana li ha avuti, le ha fatte e il risultato è stato quello che è stato.

In sintesi, l’emergenza ha travolto tutti, squadra e tecnico senza distinzione di sorta.

In chiusura una considerazione che vuole essere una curiosità ma allo stesso tempo può essere vista come un auspicio (se siete molto, ma molto ottimisti): la Juve Stabia che quest’anno ha trionfato in campionato, la scorsa stagione s’era classifica al decimo posto con 46 punti, a due lunghezze dal Latina. Per le vespe stabiesi era andata ancora peggio nel campionato 2021/2022 quando arrivarono undicesime a quota 49, con 2 punti di penalizzazione, un gradino più su del Latina, fermo a 45 punti. Due stagioni in tono minore che hanno fatto da prologo alla cavalcata vincente di oggi.