Mancini: "Nessuna fuga, il nostro impegno rimane. Ferullo resta, siamo certi di poter scongiurare il fallimento"

10.02.2017 15:15 di  Marco Ferri   vedi letture
Mancini: "Nessuna fuga, il nostro impegno rimane. Ferullo resta, siamo certi di poter scongiurare il fallimento"

L'intervento del nuovo presidente nerazzurro, Benedetto Mancini, nella conferenza stampa attraverso cui è stata ufficializzato il rimpasto in seno alla società di Piazzale Prampolini. "C'era la necessità di trovare una più facile linea decisionale per i prossimi eventi che accadranno e gli impegni societari. I nostri legali hanno ritenuto più opportuno trasformare il Consiglio di Amministrazione in amministratore unico, per evitare buchi e vuoti decisionali in momenti che potrebbero contemplare una decisione immediata. In quel momento abbiamo fatto le dimissioni di tutto il CdA, ovvero io, il presidente Ferullo e Regina Wainstein. In assemblea si è votato all'unanimità che il nuovo presidente fossi io, mi hanno chiesto loro di farlo e ho accettato. La decisione è stata presa in 10 secondi, c'è da lavorare e andare avanti su quanto detto finora. La strada è importante, ci difendiamo su una cosa che non ci riguarda e riguarda la vecchia gestione. Porteremo nelle dovute sede i numeri del Latina e quanto di buono fatto. Grazie a tutta la struttura tecnica organizzativa, da Lucchesi a Facci a Francavilla, tutti hanno partecipato a questo mese. Io l'ho vissuto insieme a Ferullo negli incontri a Milano e posso garantirvi che convincere l'ambiente calcio che il Latina stava cambiando pagina non è stato semplice. In ogni incontro fatto non è mai stato accennato minimamente alla vecchia gestione, non ci interessa quello che ha fatto. I bilanci sono pubblici e sono aggravati dall'istanza, ma la strada è la stessa e stiamo percorrendola con tanta volontà e credendoci, altrimenti l'avremmo interrotta prima perché avevamo tutte le possibilità nel momento dell'istanza fallimentare, ma non l'abbiamo fatto. Crediamo in quello che stiamo facendo e continueremo per tutelare questo patrimonio. Sta a noi, demandati in questo momento a farlo, riuscirci. Non abbiamo mai pensato di scappare e di fare cose strane, ma solo di difendere l'Us Latina Calcio. Ci tengo ad evitare illazioni, perché Ferullo è ancora qui e non è scappato, ieri è stato tutto il giorno qui e oggi anche. Non è un cambiamento determinato da una negligenza o da chissà cosa. L'unica motivazione di questo cambio è dettata dal fatto che è stata vista in me la figura demandata a rappresentare il Latina nelle sedi. Lo faccio con volontà e abnegazione, continuiamo sullo stesso identico lavoro, cercando di portare a termine il lavoro prefissato a dicembre con una salvezza tranquilla. Il giocatore che stiamo prendendo contribuirà a questo, poi programmeremo la prossima stagione con gli obiettivi. Ci sono tante cose da sistemare, tante sfaccettature nella riorganizzazione di una società professionistica. Ho chiesto collaborazione, è importante che questo momento si viva insieme a media e tifosi. Da parte nostra c'è sempre stata chiarezza, ho sempre detto la verità e continueremo a fare la stessa cosa".

Questo passaggio fatto ieri deriva dalle vicissitudini recenti? Non poteva essere fatto già prima?
È avvenuto un fatto nuovo, quello dell'11 gennaio, che ha determinato un cambio di strategia. C'era un programma che prevedeva meno esposizione esterna a livello comunicazionale, Forse sono quello che parla di più e abbiamo deciso così. È un ricambio naturale, mi sono sempre esposto e ho parlato a nome di tutti. Quando mi è stato chiesto l'ho fatto volentieri, andrò a rappresentare il Latina come amministratore senza pesare sull'organizzazione interna. Pieni poteri ordinari e straordinari, li userò in tutto e per tutto affinché il Latina venga fuori in maniera chiara e limpida da questa situazione.

Agli occhi della gente il Latina sparirà: da cosa deriva la vostra sicurezza?
Da un atto fatto con un impegno preciso davanti a un pubblico ufficiale di risanare le perdite in un periodo determinato. Questo non fa parte dell'istanza fallimentare ed è stato fatto il 27 dicembre. C'è qualcuno che si è impegnato fisicamente firmando l'acquisto del Latina e il ripianamento delle perdite, è un impegno importante che conoscevamo a dicembre ed era programmato per un tot di tempo con un progetto finanziario che fosse di pari passo con la crescita della società. Ci andremo a difendere con dovute maniere e carte già prese. Siamo sereni perché l'operazione fatta a gennaio di ripristino di un ordine dei conti è già qualcosa in più di quello che c'era nell'istanza di fallimento.

A quanto ammontano i debiti?
Quelli che vedete a bilancio, nove milioni. Anche l'esposizione con l'erario non è così esagerata. Quelli di Equitalia (270.000 euro) sono stati rateizzati, alla fine è la sana gestione che ti permette di continuare a vivere. Abbiamo dimezzato il monte ingaggi, era impossibile che un giocatore da solo valesse più del fatturato del Latina. C'era necessità di mettere ordine a dei conti che erano fuori controlli. Forse c'erano altre prospettive, all'epoca, che non so.

Nessuno aveva messo in conto il 27 dicembre che ci fosse il rischio di chiudere?
A gennaio abbiamo dimostrato che lavorando seriamente si può riuscire a raggiungere l'obiettivo. Siamo consci che quello che abbiamo firmato il 27 dicembre si possa fare, abbiamo preso uno staff tecnico che può farlo. Lucchesi non starebbe qui se così non fosse. Non abbiamo toccato difesa e centrocampo, abbiamo venduto forse il più importante che è Scaglia che ha fatto la differenza in tre partite. Lo abbiamo sostituito con quattro soluzioni in attacco, dimostrando fattivamente che quello che abbiamo detto si poteva fare. Il 27 dicembre sapevamo di essere fuori parametro, se lo abbiamo fatto sapevamo che era possibile.

Il vostro obiettivo è quello di costruire la cittadella dello Sport a Borgo Piave: alla luce delle problematiche emerse qual è la vostra posizione in merito?
Se c'è la parte immobiliare da poter sviluppare fa bene. Anche senza quella,  però, la società può fare un ottimo campionato senza pensare alla parte immobiliare. Per trovare le coordinate giuste affinché ciò avvenga deve costruire una società che sia rispettata. Prima ci vuole la parte sportiva, poi si arriva anche a quella immobiliare. Gli amministratori non sono ciechi, si è già visto in altre parti d'Italia. L'impegno attuale è far diventare la struttura sportiva importante. Sono stato a Perugia e ho visto una società modello, con settore giovanile, ottomila abbonati e plusvalenze. La Juventus dimostra che lo stadio è patrimonio e cambia conti e appeal alla società.

Quindi siete arrivati per pura passione?
No, anche per la parte immobiliare. Questa è una società che se lavora bene fattura 10-12 milioni.

Cosa è successo con Lucchesi e Vivarini?
Non c'è stata una comunicazione diretta perché Lucchesi era a Milano e Vivarini qui. Quando si sono incontrati è finita la storia.

Perché avete fatto la diffida se conoscevate tutto?
Non è stata fatta sul bilancio, ma è in relazione all'istanza di fallimento. Nell'istanza ci sono contestate alcune cose presenti nel bilancio, numeri che non potevamo sapere.

Se la Procura fa un'istanza di fallimento puntando il dito non sul bilancio ma sull'insolvenza, voi avete un piano per venire fuori?
C'è un piano finanziario e useremo tutte le possibili agevolazioni che ci permette la legge.

Ferullo e Wainstein sono dentro o fuori?
Sono i soci della Ies, la società che detiene il 100% del Latina.

Lei il 16 può garantire gli stipendi sapendo di andare incontro al fallimento?
Quello dobbiamo fare. Se li paghiamo il 16 non prendiamo la penalizzazione.

È possibile che nel Latina futuro ci sia un interessamento riconducibile a Lotito?
No. Sento Claudio per motivi di lavoro e amicizia, ma non ha mai espresso nessuna volontà. Lo escludo categoricamente.

Allora chi c'è dietro questo gruppo che deve tirar fuori tanti soldi?
La stessa voglia che c'è stata a dicembre di farlo. Lo stesso gruppo di allora, non c'è niente di strano.

Avete trovato un disastro per costituirvi parte civile?
I consulenti ci chiedono un distacco col passato. La gestione post 27 non ha nulla a che fare con quella precedente. Se tutto si impregna sul "pre-27" dobbiamo prendere le distanze.

Se la Procura e il giudice dicono che servono 5 milioni...
Ci siamo impegnati il 27 dicembre per ripianare quelle perdite. Ci sono altre contestazioni che andremo a vedere.

I vostri legali vi dicono che in caso di fallimento resterete fuori dai problemi?
Non lo abbiamo neanche preso in considerazione perché siamo sicuri che non falliremo.