Burrai: "Latina, il derby può rappresentare la svolta"

29.10.2014 17:00 di  Marco Ferri   vedi letture
Burrai: "Latina, il derby può rappresentare la svolta"
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© foto di Federico Gaetano/TuttoLegaPro.com

Latina come ideale. Per non dimenticarlo, Salvatore Burrai si è inciso sulla pelle quella frase di Vasco Rossi (“Mi fai tremare il cuore, mi fai smettere di respirare”) che, ai piedi della curva, fece da cornice alla battaglia del 16 giugno 2013 che consegnò i nerazzurri, con la sua firma in calce, alla storia. L’uomo dei gol pesanti, l’emblema della conquista della Coppa Italia e della salvezza di Trieste, non poteva non timbrare il cartellino anche nel derby. L’11 marzo del 2012 fu proprio una sua sassata dal dischetto a ridare slancio alla rincorsa verso il mantenimento della categoria: “Fu una partita difficilissima”, esordisce il tamburino sardo aprendo lo scrigno dei ricordi, “perché loro non avevano quasi più niente da chiedere al campionato mentre noi eravamo praticamente obbligati a vincere. La sbloccammo ma l’espulsione di Kola la complicò ulteriormente. Fummo bravi a chiuderci e a colpirli ancora in contropiede”.

Domenica si giocherà per la prima volta in serie B. Che partita ti aspetti?
Dura per entrambe. Il Frosinone è in un momento positivo e di grande entusiasmo, mentre il Latina è in difficoltà dopo essere stato brillante protagonista nella scorsa stagione. Per i nerazzurri essere la partita del rilancio. Molte volte, come accadde quando c’ero anch’io, il derby è servito a far rinascere qualcosa rimasto nascosto fino a quel momento. Il Latina ha valori importanti, è il momento adatto per metterli in mostra.

Come si viveva la settimana d'avvicinamento e qual è il segreto per non farsi travolgere dalle pressioni?
In città si respira un'altra aria, c’è tanta voglia di andare allo stadio e si pretende che la partita arrivi in fretta. Ricordo molto bene gli striscioni e le locandine di sfottò che facevano da cornice all’evento. Il fatto di non caricare troppo la partita è del tutto personale e soggettivo, c’è chi la soffre di più e chi meno. L’unico antidoto è lavorare serenamente, perché parliamo della classica partita che si prepara da sola. Basta sapere qualcosa dell’avversario a livello tattico, il resto lo fanno le motivazioni.

Come si gestisce, invece, il post derby? Nei tre giocati hai conosciuto il dolce della vittoria, l'amaro della sconfitta e l'"insapore" del pareggio...
Dipende molto dalla situazione di classifica in cui lo affronti. Se sei primo come quando abbiamo giocato il ritorno, perdendo, hai delle motivazioni che vanno oltre e ti aiutano a gestire la sconfitta. L'anno in cui abbiamo vinto in casa eravamo obbligati a farlo e c'erano poche speranze, quella vittoria contribuì a restituirci autostima permettendo di affrontare al meglio il percorso restante. Il derby è fondamentale, tanto per i giocatori quanto per i tifosi.

Che idea ti sei fatto del momento del Latina?
Nel calcio è molto difficile ripetersi dopo una stagione al vertice. L'anno scorso il Latina era una neopromossa e non aveva grosse attenzioni addosso, le altre la affrontavano con mentalità diversa. Quest'anno parte alla pari con Bologna e Catania, le partite vengono interpretate diversamente. È stato fatto un mercato diverso, con giocatori che hanno militato in A, e in tal senso il derby arriva nel momento giusto perché può dare quella scossa ai giocatori e, contestualmente, riavvicinare il pubblico alla squadra. Quella di domenica può essere la partita della svolta.

Hai avuto modo di sentire i tuoi ex compagni?
Sento molto spesso quelli con cui ho condiviso la stagione della promozione, soprattutto Cottafava e Milani. Sono abbastanza tranquilli, sanno che un momento difficile ci può stare  dopo tre anni in cui hanno fatto la storia del Latina Calcio.

Tra i nuovi acquisti c’è anche un tuo ex compagno di squadra, Doudou Mangni: ci aiuti a inquadrarlo meglio?
L'anno scorso a Modena non riuscivamo a delinearlo. Aveva avuto dei problemi fisici ma quando li ha risolti è diventato devastante, ha fatto 5 gol ed era imprendibile. Dopo una prestazione di altissimo livello, però, tendeva a calare, magari perdeva palloni senza senso o forzava le giocate. È un ragazzo giovane, ha bisogno di fiducia e di mettere minuti nelle gambe. Per quanto sto seguendo il Latina, non ha avuto tanto spazio. Se si punta su un ragazzo bisogna dargli la possibilità di sbagliare.

A Modena, nella passata stagione, viveste un momento simile da ottobre a dicembre. Qual è la ricetta per uscirne?
Noi non cambiammo tantissimo a livello di allenamenti. Ricordo solo che ci guardammo in faccia e capimmo che eravamo da soli e che nessuno ci avrebbe dato una mano. Ripartimmo allenandoci con tranquillità e nel girone di ritorno facemmo davvero bene, raggiungendo i play-off. L’unica ricetta è il lavoro.

Come procede la tua nuova avventura a Monza?
La situazione è difficile, ci sono dei problemi economici noti. La società ha preso tempo, abbiamo rinunciato allo stipendio per non farla fallire lo scorso 15 ottobre. Speriamo che arrivi il presidente, che ha problemi burocratici, per risolvere la faccenda.

Che Lega Pro hai ritrovato?
È un campionato molto equilibrato e difficile, soprattutto nel girone del Nord ci sono squadre organizzate e che giocano a calcio. Quando la affrontai con il Latina, invece, c’era molta più battaglia in campo.

Quanto ti è pesato lasciare la B?
Dopo che l'ho raggiunta sul campo a Latina, con il Modena ho avuto l'opportunità di giocarla, poi ho fatto una scelta di vita sposando un progetto importante e legato al lato economico. Finora non si può certo dire che abbia fatto la scelta giusta, l'unica cosa che mi dispiaceva era perdere un campionato bellissimo e che, per tipologia di gioco, mi facilita prediligendo la manovra e il fraseggio palla a terra.

In estate si era parlato anche di Cagliari. Semplice suggestione mediatica o qualcosa di più concreto?
Personalmente non ho mai ricevuto nessuna chiamato né sono stato avvicinato. Quando se ne parlava, peraltro, ero fuori dall’Italia e non ne sapevo niente. Ne sono venuto a conoscenza, soprattutto attraverso i giornali sardi, al mio rientro, ma non c’è mai stato nulla di più.

Dove immagini Latina e Monza a fine stagione?
Il Latina, con i valori che ha in rosa, può risalire e fare un campionato da protagonista. Per quanto ci riguarda, spero che si risolvano tutti i protagonisti. La squadra è forte e spero che ci verrà permesso di dimostrarlo ancora.

In collaborazione con Il Giornale di Latina