Un Latina che preoccupa ma non è il momento delle contestazioni

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
16.03.2023 18:56 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Un Latina che preoccupa ma non è il momento delle contestazioni

Di questi tempi il Latina più che entusiasmare, preoccupa. C’è apprensione per la classifica, apprensione per la prolungata astensione dal gol, apprensione per l’assenza di vittorie.  C’è poco però da urlare, da gridare all’assenza di idea, da contestare.

A questo punto della stagione, quando mancano soltanto 6 giornate al termine della stagione regolare, cosa vuoi fare? La squadra è bella che fatta, dei giocatori si conoscono pregi e difetti, margini per provare nuovi schemi non ce ne sono. Siamo al “prendere o lasciare” che sa tanto di fatalismo e di impotenza.

Con il rush finale ormai lanciato, a qualsiasi tecnico di qualsiasi squadra di questo mondo non resta che tenere sotto controllo lo stato fisico, atletico e nervoso di ogni singolo uomo a disposizione e agire di conseguenza nella scelta dell’undici titolare: oggi è tempo di raccolta, non di semina.

Ciò nonostante, va riconosciuto a Di Donato un inatteso sussulto, il coraggio della scelta inaspettata, fors’anche azzardata. Non è stato banale dare una maglia da titolare a Barberini alla luce della sue ultime prestazioni, non è stato facile in un momento di difficoltà affidarsi ad un 2005 (Pellegrino), nessuno avrebbe mai ipotizzato Peschetola sì seconda punta ma alle spalle di Rosseti, una sorta di trequartista. Eppure un Latina siffatto ha funzionato.

Se riusciamo a superare la delusione per il risultato, se riusciamo a svestire per un attimo i panni del tifoso, non dovremmo avere difficoltà a riconoscere che il Latina da tempo non esprimeva la vitalità messa in campo contro il Potenza. Mai prima di mercoledì, i nerazzurri s’erano proposti con così tanti uomini in area avversaria, mai le conclusioni nello specchio della porta erano state così numerose e continue.

E tutto questo non è stato un caso. Barberini pur non brillando particolarmente ha dato un bel sostegno ad Amadio in fase di contenimento, Pellegrino ha saputo accorciare le distanze con il reparto avanzato e avesse provato con maggiore continuità a salire sulla linea di Peschetola, la manovra nerazzurra ne avrebbe ulteriormente giovato in termini di efficacia. Lo stesso Peschetola non ha dato riferimenti alla macchinosa difesa lucana, facilitando di conseguenza i movimenti di Rosseti. Una prestazione che avrebbe meritato la soddisfazione del gol se non fosse che a tenere a galla il Potenza ci ha pensato Gasparini che di mestiere fa il portiere e al Francioni ha svolto i suoi compiti nel migliore dei modi.

Un bel Latina che però non ha saputo replicare sé stesso nella ripresa, quando Di Donato (avrà avuto le sue ragioni) è tornato alle scelte di sempre, ottenendo le risposte di sempre e non poteva essere altrimenti.