Ecco cosa manca per sbloccarsi davvero

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio
05.10.2016 10:46 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Ecco cosa manca per sbloccarsi davvero

Una cosa a me piace particolarmente del Latina di Vivarini: il fatto che giochi sempre palla a terra. Anche nei momenti di maggiore pressione avversaria, i nerazzurri ricorrono raramente al lancio, a costo di qualche disimpegno che francamente fa venire i brividi lungo la schiena. Perfino Pinsoglio, quando si ritrova il pallone tra i piedi, antepone la soluzione dell’appoggio al rinvio lungo. Segno che la squadra ha nella testa un’idea di gioco e per quanto gli si rimproveri di peccare in personalità e autostima, dimostra di avere delle certezze che la portano a manovrare sempre e comunque. Il ricorso al palleggio se da una parte va considerato un valore positivo, dall’altra maschera, ma mica tanto, l’assenza di profondità nel gioco. Tant’è che raramente la ragnatela di passaggi che la squadra produce nel guadagnare terreno trova poi il necessario sfogo nella finalizzazione. A Cesena il Latina ha fatto male all’avversario quando la profondità – che definirei di gamba -  è stata alimentata dalle accelerazioni di Acosty. Il ghanese in terra di Romagna ha servito i due palloni che hanno portato alle reti di Paponi e Rolando, e questo qualcosa vorrà pur dire. Però, e qui ci ritroviamo con le parole di Vivarini, la base c’è, le fondamenta su cui costruire ci sono. Ed è su questo che il tecnico deve lavorare senza trascurare i correttivi da porre alla fase difensiva. Con 12 gol al passivo  il reparto arretrato è superato in peggio soltanto dal Vicenza (13), e probabilmente sta qui il primo motivo della mancanza di vittorie che dopo 7 giornate inizia a pesare.