Breda, il coraggio delle scelte per invertire la rotta

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi, complice la quinquennale esperienza nel Latina come dirigente accompagnatore, cede ai tentacoli del calcio.
20.10.2014 00:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Breda, il coraggio delle scelte per invertire la rotta

È un Latina sempre più piccolo. La cura Breda non sta producendo effetti, neanche il minimo necessario a sperare che la prossima volta vada meglio e c’è chi inizia a temere che l’esonero di Beretta possa risultare improvvido e affrettato.   

A Carpi, l’assenza di Rossi e il conseguente inserimento sul lato di mancina di un esterno di contenimento, Bruscagin, hanno di fatto imposto al Breda di rinunciare all’ampiezza per cercare di colpire l’avversario per vie centrali. È in questo senso che si legge la rinuncia ad una seconda punta in favore di Crimi piazzato come trequartista alle spalle di Sforzini. Un accorgimento tattico che Breda aveva proposto per la prima volta in occasione del suo debutto interno in nerazzurro, un anno fa contro il Lanciano.

Un disegno tattico che avrebbe richiesto proprietà e velocità di palleggio, una mediana in grado di tenere alto il baricentro, due esterni capaci di evitare lo sfondamento dell’avversario sulle fasce. Non c’è stato niente di tutto questo se non nei minuti iniziali, dopodiché il Latina ha iniziato ad imbarcare acqua dai lati, soprattutto dalla catena Brosco-Angelo, e la squadra s’è disunita, permettendo all’avversario di recuperare una quantità di palloni, vuoi anche per il deleterio ricorso dei nerazzurri ai lanci verso Sforzini, risultati di così facile lettura che neanche la più sprovveduta delle difese ne avrebbe patito l’azione. Crimi s’è ritrovato a fare i movimenti che sono di Pettinari il che spiega l’ingresso dell’attaccante di scuola romanista in avvio di ripresa, complici i disagi muscolari di Valiani, e il ritorno al 3-5-2.  

Una sostituzione che ci sta, molto meno comprensibili i successivi ingressi di Milani e, soprattutto, di Paolucci. Con il Carpi a fare densità davanti al proprio portiere, sarebbe stato preferibile dare spazio a Doudou, alla sua imprevedibilità, rapidità di corsa e di palleggio. Ad oggi meglio un Doudou in precarie condizioni – come pare che fosse – piuttosto che un Paolucci nel tridente. 

Il confronto di Carpi l’ha ribadito: non è più tempo per il già visto, per l’us(ur)ato garantito, per letture tattiche che in passato hanno funzionato perché erano diversi gli interpreti e le condizioni al contorno. La classifica pretende una forte inversione, e questa non può che venire da Breda a cui è richiesto il coraggio delle scelte.