Carpi-Latina, le pagelle: la difesa sconta le difficoltà del centrocampo

15.10.2016 19:56 di  Marco Ferri   vedi letture
Foto: Carpifc.com
Foto: Carpifc.com
© foto di Carpifc.com

PINSOGLIO 6: Non può nulla per impedire a Di Gaudio di realizzare la prima doppietta della sua carriera da professionista. In un paio di occasioni evita che il passivo assuma contorni più pesanti.

BRUSCAGIN 6: Di Gaudio agisce dalla sua parte, ma le sue reti non sono di certo attribuibili ad errori del capitano. Acosty, in giornata no, gli concede raramente il raddoppio costringendolo a barcamenarsi come può.

DELLAFIORE 6: Sopperisce con la sua esperienza alla velocità di un Lasagna potenzialmente devastante negli spazi. La difesa continua a subire troppo, spesso (soprattutto?) per lo scarso sostegno della mediana.

COPPOLARO 6: Con un eccesso di foga regala la punizione che innesca - a scoppio ritardato -, il vantaggio emiliano. Preferito a un Garcia Tena non ancora al top, giustifica la scelta di Vivarini con una prestazione di buon livello che fa il paio con quelle offerte con Cesena e Trapani. Prodigioso il salvataggio con il quale nega a Lasagna la gioia del gol.

ACOSTY 5: Di Gaudio lo costringe ad abbassarsi più del lecito, dove non gli basta la generosità per sopperire agli evidenti limiti nella fase difensiva. Ha libertà di sprigionare la velocità di cui dispone in pochissime circostanze e partendo troppo distante dalla porta. Senza il suo sprint il Latina ha pochissime alternative per arrivare a dama.

DE VITIS 5: Confeziona involontariamente l'assist per il vantaggio del Carpi, poi si danna alla ricerca della miglior posizione in una mediana che ha prerogative da Subbuteo e che viene asfaltata da quella avversaria. Gli si riconosce (almeno) la generosità.

MARIGA 4: La sua galleria degli orrori include palloni in orizzontale davanti alla difesa e gestione scriteriata di ogni possesso. Quello che perde al settimo della ripresa costa raddoppio e fine dei giochi. DAL 12' S.T. SCAGLIA 5: Si potrebbe (legittimamente) dissertare in merito all'atteggiamento poco idoneo a chi è chiamato a riprendersi il posto o al gol fallito a pochi passi da Colombi, con il quale avrebbe almeno riacceso le speranze. Invece rimbalza nella testa un'unica domanda: perché non gioca dall'inizio?

ROCCA 5: Ha meno intensità del solito, non entra in partita e vi esce - giustamente -, prima del dovuto. DAL 12' S.T. D'URSO 5: In fase calante, giusto farlo rifiatare. Mette piede in campo con i compagni già rassegnati e non riesce ad incidere.

DI MATTEO 6: Argina come può lo scatenato Struna guadagnando il fondo con costanza e sfornando un paio di cross che né Paponi né Boakye traducono in qualcosa che somigli a una giocata utile. 

BOAKYE 5: Non può bastare un rigore per trasformarlo. Promosso per applicazione (si batte e rientra spesso nella propria metà campo per prendersi il pallone e dare manforte ai compagni), ma l'efficacia in zona gol è altro da lui. DAL 30' S.T. CORVIA S.V.: Continua a scontare un purgatorio che non trova giustificazione nell'inconsistenza dei compagni di reparto.

PAPONI 5: La fotografia del suo incontro è nell'ammonizione che Piccinini gli commina per aver reclamato la stessa sanzione ai danni di Struna. Risultati inversamente proporzionali allo spirito, che non manca neppure stavolta.

VIVARINI 6: La prestazione in campo è il risultato del lavoro fatto in settimana, pertanto la traccia va sezionata in due. Nella proposta iniziale (i ballottaggi Coppolaro-Garcia e Rocca-D'Urso, seppur risolti diversamente, non avrebbero modificato la sostanza) e nelle variazioni in corso d'opera c'è poco da rimproverare al tecnico, specie se Scaglia e Corvia non sono ritenuti pronti. Il problema, già emerso con la Ternana, è però di natura mentale e necessita di un surplus di lavoro, giustificato dall'età media del materiale a disposizione. Se classifica e storia recente indicavano inequivocabilmente il Carpi come favorito, la sensazione di non aver neanche provato a contrastare l'undici di Castori è un fastidio che va repentinamente rimosso.