Olivera, il rilancio del diez

27.07.2015 16:15 di  Marco Ferri   vedi letture
Fonte: Il Giornale di Latina
Olivera, il rilancio del diez
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© foto di Federico De Luca

Un impatto tutt’altro che banale. Quella tra il Latina e Ruben Olivera è stata una cotta durata appena una settimana, dal bacio lanciato alla curva dopo il rigore liberatorio realizzato contro il Livorno, allo schiaffo dato alle ambizioni di repentina risalita, con il secondo penalty sparato in curva ad Avellino. Un odi et amo dai canoni ribaltati, per un rapporto fugace interrotto bruscamente da un fastidioso problema al tendine d’Achille che lo ha costretto a concludere anzitempo il proprio campionato, con una breve apparizione (da ex) al “Rigamonti” nel mezzo.

LEADER - A corredo, o semplicemente a certificare il reiterarsi della visita marcata, arrivò l’operazione effettuata ad inizio aprile, un mese prima di compiere 32 anni, con prognosi di 90 giorni. Tanti (qualcuno in più, a voler essere pignoli) ne separavano da una ripresa dei lavori alla quale il “pollo” uruguayano si è presentato tirato a lucido più che mai, pronto a conquistarsi sul campo quella leadership che Iuliano gli ha già cucito addosso a parole: “Deve diventare il faro di questa squadra, altrimenti me lo mangio. Credo molto in questo ragazzo, non perché abbia giocato con me (nella Juventus di Capello, ndr). Ha doti balistiche, morali e caratteriali che non riscontro in altri giocatori. Qualitativamente è un top per la categoria”. Tutto ciò di cui i nerazzurri hanno fortemente bisogno dopo aver sguarnito il ruolo del miglior interprete dello scorso campionato: Federico Viviani.

IN FORMA - A giudicare dalla verve con cui ha approcciato i primi allenamenti e dai segnali giunti nei test amichevoli, la strada intrapresa è quella giusta: “Se mi dimostrerà di voler essere il perno, sarà senz’altro lui”, rispondeva il tecnico alla vigilia della partenza per il ritiro per Cascia, chiamato a rispondere alla domanda sugli uomini deputati a formare quella spina dorsale precedentemente annunciata. Nella folta batteria mediana, pertanto, sarà lui a sedersi sulla torre di comando, forte di 124 presenze in serie A – distribuite tra Juventus, Sampdoria, Genoa, Lecce e Fiorentina – e di una voglia matta di risalire una china che negli ultimi tre campionati, compresa la travagliata avventura bresciana, lo ha visto più comprimario che protagonista. Bruciati i tempi di recupero, Olivera si è rivelato tra i più in palla nelle prime uscite estive, e non più tardi di tre giorni fa ha confezionato, a Lanciano, l’assist vincente per Corvia con una verticalizzazione illuminante. Ed è proprio ciò che gli chiederà Iuliano nella stagione del rilancio, quella in cui rendere realtà l’abusata etichetta di “primo vero acquisto”: mettere il proprio estro al servizio della squadra, dirigerne i tempi della manovra e contribuire alla metamorfosi in cigno dei vituperati attaccanti. Solo allora la missione del “diez” sarà davvero compiuta. E il ricordo di Viviani potrà definitivamente sfumare.