È un Latina "mascherato"

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi, complice la quinquennale esperienza nel Latina come dirigente accompagnatore, cede ai tentacoli del calcio.
25.02.2015 11:08 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
È un Latina "mascherato"

A Iuliano piace l’aggettivo “mascherato”. Lo ha ammesso lui stesso dopo averne fatto abbondante uso nel commentare la vittoria con il Pescara, quando lo ha associato al termine “4-4-2”. Nel cercare di capire quali fossero i motivi tattici che hanno permesso al Latina di espugnare il “Liberati” di Terni, mi sono invece chiesto se l’aggettivo “mascherato” non dovesse piuttosto essere attribuito al 4-3-3. Come tale, infatti, è stata annunciata la disposizione in campo del Latina contro la Ternana, con Ristovski alto a destra e Paolucci a sinistra. Il tridente offensivo s’è però visto a sprazzi e spesso  ad agire da terzo attaccante più che uno dei due esterni, è stato un interno, Valiani e Crimi, con la copertura di Ristovski.  Ergo, il Latina gioca con il 4-4-2.

Ma – c’è sempre un ma – il Latina non sfrutta il doppio centravanti perché Paolucci non può essere considerato tale, e nemmeno  le due punte, perché gli avanti in nerazzurro raramente si trovano sulla stessa linea. (ari)Ergo, anche il 4-4-2 merita l’aggettivo “mascherato”. L’efficacia dell’impostazione tattica architettata da Iuliano – prestazione dei singoli a parte -  sta a mio avviso anche nei movimenti in copertura di Ristovski e, in entrambe le fasi, di Paolucci. E’ l’attaccante di Recanati ad essere deputato ad assumere la giusta posizione in fase di non possesso palla, accorciando la squadra, pressando sul mediano e, in un concetto, chiudendo il gioco degli avversari verso un lato del campo. Ed è sempre Paolucci a cercare le diagonali offensive che gli consentono di suggerire il passaggio e, nel contempo, di liberare spazio per gli inserimenti dei centrocampisti.

Mascherato o meno che sia, è un fatto che il gioco del Latina sia stato pensato in un modo e si stia sviluppando invece in un altro. La manovra dei nerazzurri nell’idea di Iuliano avrebbe dovuto esprimersi soprattutto in ampiezza, con due esterni alti veloci (Bidaoui e Oduamadi) e due cursori difensivi di grande corsa e resistenza (Alhassan e Ristovski). Un progetto che si è potuto realizzare soltanto contro il Livorno, per poi essere forzatamente accantonato con la squalifica di Oduamadi e i vari malanni di Bidaoui. Defezioni che hanno costretto Iuliano a ripensare la propria squadra, dandole una cifra diversa, dove possesso palla e copertura del campo diventano fondamentali. Esserci riuscito in così breve tempo, è uno dei meriti maggiori da attribuire al momento al giovane trainer del Latina.