Considerazioni di fine mercato sul futuro del Latina

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
03.02.2023 09:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Considerazioni di fine mercato sul futuro del Latina

Brutto, contro la Viterbese per lunghi tratti il Latina è stato incapace di leggere e, di conseguenza, interpretare il confronto, irretito da un avversario attentissimo sul piano tattico e dell’applicazione. Due buone occasioni iniziali hanno fatto credere nel bis della goleada dell’andata, mai sensazione fu più sbagliata.

Nonostante un Bordin sempre più sicuro, la mediana nerazzurra ha stentato a trovare il bandolo del gioco, Sannipoli e Carissoni sono finiti imbrigliati nella pressione ospite e loro malgrado si sono nascosti, ciechi alle linee di passaggio che ne avrebbero dovuto innescare la corsa. Gli interni non hanno ovviato all’evidente carenza, alla assenza di ampiezza. Barberini pur nelle difficoltà di adattarsi alle esigenze della partita ha perlomeno cercato con caparbietà di braccare l’avversario, cosa che non è invece riuscita a Riccardi, a mal partito anche nelle rare occasioni in cui si è proposto a supporto delle punte. Con la mediana annaspante,  Insomma, una figura barbina confermata dalle occasioni fallite dalla Viterbese.

Senonché Di Donato ha dapprima inserito il figliol prodigo Di Livio, di cui questa squadra non può fare a meno, e dopo un’ora di gioco fatta di niente,  ha tentato  la carta dei nuovi tesserati, compreso chi a Latina c’era arrivato la sera prima. E ha avuto ragione, perché Peschetola sul filo di lana s’è inventato una serpentina inarrestabile e Ganz un goal da attaccante che sente la porta anche se non la vede. Una vittoria che riposiziona i nerazzurri in zona play-off e soprattutto raddoppia il vantaggio sulla zona play-out.

L’exploit di Peschetola e Ganz suggerisce un commento sul mercato del Latina. Mercato che, ricordiamo, ha portato in nerazzurro Nicolas Belloni (Pescara, prestito), Daniel Bezziccheri (Chiasso), Bernardo Calabrese (Padova, prestito), Federico Furlan (Ternana), Salvatore Gallo (Vastogirardi), Simone Ganz (Triestina, prestito), Lorenzo Peschetola (Inter, prestito). Le cessioni hanno riguardato Cristian Carletti (Trento), Andrea Giorgini (Sudtirol), Francesco Margiotta (Novara, prestito), Alessandro Rossi (svincolato), Andrea Tessiore (Triestina). Sono invece rimasti, e riaggregati al gruppo, Antonio Esposito e Rosseti. Un mercato che si è fatto soprattutto con le operazioni concluse nelle ultime ore, in particolare con gli arrivi di Ganz e Furlan, nonostante entrambi siano stati fin qui protagonisti di una stagione a tinte nere  con la Triestina. Di Donato è apparso soddisfatto dell’operato della società e tanto basta.

Qui facciamo due considerazioni che nulla tolgono o nulla aggiungono all’operato del direttore sportivo Di Giuseppe. Fatta eccezione per Margiotta, le cessioni sono state tutte a titolo definitivo mentre molti tra i neo “acquisti” risultano in prestito. E’ questo l’embrione della squadra del futuro? Al momento sembrerebbe di no, anche se il diesse in conferenza ha spiegato come abbia operato in modo da avere a giugno l’opportunità di valutare in libertà, senza vincoli di contratto.  

Considerazione numero due: è stato un mercato che ha infranto quelle che erano le linee guida consolidate del passato secondo le quali per una squadra impegnata nel girone meridionale necessitavano giocatori usi a giocare in ambiente caldi, agonisticamente duri. Il Latina ha operato con società prettamente del nord, si è affidata a giocatori con scarsa o nulla esperienza nel girone C. Già immaginiamo quale possa essere la replica: la bravura di un giocatore è tale a prescindere.  La contro replica al momento non c’è.