La delusione non si traduca in processi affrettati

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio
19.09.2018 11:35 di Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
La delusione non si traduca in processi affrettati

Il Latina non va processato. Due sconfitte consecutive non sono un buon motivo per alimentare la tempesta, seppure il vento della delusione tira forte, fortissimo. I motivi per portare pazienza sono i soliti, quando si è ad avvio di stagione: allenatore nuovo, organico quasi totalmente nuovo, modulo nuovo. Ci avevano illuso le amichevoli estive che probabilmente andavano meglio tarate (nei giudizi che ne sono conseguiti) sul livello degli avversari.

Fa bene Parlato a difendere i suoi, ci mancherebbe. Con un gruppo a cui dare identità, il tecnico non può certo permettersi di menare schiaffi o esternare rimbrotti, interventi che semmai si fanno nel chiuso dello spogliatoio. Qualcosa di diverso dalla consueta solfa va però detto. Il Latina al momento non corre, il giro palla è lento e favorisce l’azione di contrasto altrui. Contro l’Atletico la pecca è stata tanto più evidente in quanto ha inciso oltre che nella costruzione del gioco, nella incapacità di scardinare la difesa ospite, laddove i nerazzurri soltanto in qualche rara occasione hanno saputo catturare le secondo palle ed andare alla conclusione dalla distanza. La condizione con il tempo arriverà e probabilmente alle attuali difficoltà del Latina non è estranea la particolarità di una preparazione infinita, costretta alla continua rimodulazione dai rinvii che hanno punteggiato questo avvio di stagione. Non è un caso che la più brillante tra le squadre del girone in questa prima giornata sia stato l’Avellino che nelle gambe ha pochissima preparazione.

Sul piano più squisitamente tattico, qualcosa va detto sulla mediana e sulla sua prestazione di domenica, abbondantemente al di sotto della sufficienza. Non poteva essere altrimenti considerato che Parlato si è trovato a doverla affidare a due under, Alario e Barberini, facendo violenza alle proprie idee tattiche che prevedono i giovani collocati in difesa, nel ruolo di esterni. Con De Martino si spera che le cose cambino ma è un fatto che il mercato abbia inciso sul centrocampo meno che su altri reparti. In organico ci sono diversi under promettenti ma manca l’alternativa a De Martino a meno di non considerare abili alla bisogna Atiagli e Galasso, due rimedi d’emergenza piuttosto che due soluzioni.