Il Personaggio - Olivera, l'uomo che mancava

19.09.2017 19:00 di Marco Ferri   vedi letture
Il Personaggio  - Olivera, l'uomo che mancava
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© foto di Federico Gaetano

A 446 giorni dall'addio ufficiale, 487 dopo l'ultima recita insieme. Rubén Ariel Olivera da Rosa torna a vestirsi di nerazzurro e ricomincia da sei. Tante furono le reti realizzate in un anno e mezzo a Latina, distribuite su un totale di 37 presenze e due stagioni, fortemente penalizzate da un intervento al tendine d'Achille ma vissute da condottiero. 
Da un rigore all'altro. Quello con cui si presentò ai tifosi del Francioni il 31 gennaio 2015, decidendo sul filo di lana il match casalingo col Livorno, e quello pesantissimo trasformato a spese del Vicenza il 14 maggio 2016, in un duello che avvicinò la squadra di Gautieri a una salvezza diretta sulla quale nessuno avrebbe scommesso all'alba dei 180 minuti finali. 
Arrivato da Brescia per espressa volontà di Iuliano, balzato al timone della prima squadra da meno di un mese, è diventato protagonista solo una volta risolti i problemi fisici che ne hanno condizionato il rendimento nelle settimane successive al suo approdo. Pur logorato da un'estenuante maratona (chiamata Serie B) poco adatta allo sfiorire della sua carta d'identità e alle sue caratteristiche tecniche, il "pollo" riuscì a mettere al servizio dei compagni quel bagaglio di esperienza e personalità accumulata sui più grandi palcoscenici internazionali, calcati con la maglia della Juventus di Capello, trascinandoli verso un'insperata salvezza. Scaricato dalla vecchia dirigenza, sedotto e abbandonato da un Vivarini che non si espresse favorevolmente su un suo tesseramento dopo averlo fatto allenare col resto del gruppo a inizio novembre di un anno fa, da gennaio fino al 27 giugno scorso ha indossato la maglia della Liga de Quito mettendo assieme 13 presenze e 6 cartellini. Dall'avventura in Ecuador, dove ha fatto la conoscenza con un calcio altamente fisico e poco qualitativo, è tornato direttamente nel capoluogo, riprendendo ad allenarsi sotto al solleone agli ordini del professor Miele, insieme a Daniele Corvia, al Morgagni di Borgo Grappa. In attesa di una chiamata che ha tardato ad arrivare e che ha favorito il blitz della dirigenza di Piazzale Serratore, determinata a completare l'organico con l'innesto di giocatori di spessore e che ora, rendendo marginale qualsiasi disquisizione sulla collocazione tattica, gli chiede di mettere al servizio di una squadra fragile e inesperta quella "garra" necessaria per tornare a vincere. Insieme.